La nostra città sta attraversando un periodo di grande difficoltà senza precedenti, nel contempo, incombe la necessità di definire un nuovo modello di sviluppo della nostra comunità. Ed è per questo che mi sento di rivolgere un invito a tutti i cittadini, persone perbene, dotate di professionalità e di competenze, che hanno la voglia e la passione di spendersi per il bene comune, affinché, superato ogni pregiudizio politico e culturale, facciano fronte comune per reagire alla crisi in atto e risolvere i gravi problemi che incombono sulla città recuperando quel comune senso civico che può rilanciare il paese ai livelli che merita.
La politica, oggi più che mai, non ha e non può avere la pretesa di essere autosufficiente; cioè di possedere in sé tutte le risposte ai problemi che sorgono dalla collettività.
Il tema vero, oggi, è quello di mettere in moto un esercizio semplice di democrazia, ovvero quella della partecipazione attiva del cittadino perché possa, attraverso le interlocuzioni istituzionali, laddove queste si mettano al suo ascolto, incidere sul governo della comunità a cui si appartiene.
Non c’è nulla di complicato in tutto questo. Oggi la politica, e chi se ne occupa, deve sapere ascoltare, deve sapere interpretare, deve sapere decidere, deve sapere risolvere le questioni della collettività.
Per fare questo sono necessarie l’amore per la propria città, la passione per la politica che significa spendersi con umiltà e sacrificio, mettere al centro il cittadino rimuovendo le personali ambizioni politiche che sono, come sempre, legittimamente nelle cose: chi opera bene e sarà riconosciuto tale coglierà i frutti migliori.
Non è più tempo, insomma, di stare alla finestra, la fine dell’epoca delle partigianerie è nel nuovo vento che soffia. E’ tempo di rimboccarsi le maniche e di dare un contributo per costruire, insieme, questo nuovo modello di città, che supera la crisi politico finanziaria per aprire, con decisione e chiarezza, la stagione degli investimenti e del rilancio produttivo.
Al di là delle buone intenzioni, è necessario porre in essere delle premesse.
Bisogna, prioritariamente, formare un gruppo o movimento civico sganciato dai riti tradizionali dei partiti; porre alcuni valori di riferimento (etica di comportamento e di azione, giustizia sociale, lavoro, valorizzazione delle risorse intellettuali soprattutto giovanili, amore per l’ambiente e per il territorio) che siano i vincoli su cui costruire una proposta per confrontarsi e redigere un programma per la città.
Quali saranno le donne e gli uomini che questo progetto concretizzeranno lo indicherà la bontà e la qualità del percorso che sarà fatto per costruirlo.
Ed è per ragione che mi rivolgo ai giovani, ai meno giovani, agli intellettuali, ai tecnici, agli imprenditori e a tutti coloro che hanno qualcosa da offrire alla propria città.
E’ oggi il momento per puntare sul primato del senso civico e poter dire cosa noi dobbiamo fare per la nostra Città e non cosa essa dovrà fare per noi.
Partecipiamo nel modo che si ritiene più opportuno, attraverso associazioni, comitati, sodalizi culturali, partiti. L’importante che arrivi la voce di tutti, affinché vengano fuori progetti e idee.
Intendiamo sfidare questo sindaco e questa amministrazione, sulla capacità di gestire un laboratorio di idee e progetti utili per la città.
Sintetizzando questo sforzo collettivo di ricostruzione, in maniera politicamente laica e mettendo da parte etichette ed imprimatur politici.
Mettiamoci la faccia e la nostra storia, tutti insieme, abbandonando la vecchia politica fatta di risse e di interessi di bottega.
Lavoriamo per una Politica costruita sulle idee buone e utili, abbandonando il campanilismo agli archivi della storia.
Solamente così, tutti insieme, politici e società civile, avremo di che scommettere perché gioiosamente abbiamo tutto da guadagnare e niente da perdere.