La politica oggi è coperta da un discredito senza precedenti, paragonabile forse ai primi anni ‘90, quando la Prima Repubblica cadeva miseramente dopo i colpi della magistratura inquirente e dalle cui indagini emergeva una classe politica corrotta e improduttiva.
Oggi, in tempi di pesante crisi, ritornano gli scandali e prendono piede fenomeni populistici e demagogici come il movimento di Grillo. Dalle ultime elezioni regionali emerge un dato davvero deprimente per la nostra terra: un tasso di astensionismo senza precedenti, un consenso vasto per i grillini che si pongono all’opposizione di tutti, quindi privi di una progettualità di governo.
La situazione è resa ancora più difficile dai pesanti tagli previsti dal governo nazionale, che vanno a colpire, a cascata, gli enti locali che si trovano a vivere una condizione economico-finanziaria drammatica, che non permette una serena pianificazione dell’azione amministrativa, ridotta alla gestione di tagli ai servizi e di spese da onorare tra mille ristrettezze.
Queste difficoltà sono presenti, ovviamente, anche nel nostro Comune. Enormi difficoltà hanno accompagnato la redazione del Bilancio di Previsione. Non si pagano regolarmente i dipendenti da mesi. Le famiglie dei comunali sono in estrema difficoltà, come anche l’intera popolazione che vive quotidianamente disagi e disservizi a causa di una macchina amministrativa non oleata, dove non ci sono soldi per nulla. I creditori non soffrono di meno, spesso costretti a licenziare a causa di spettanze che aspettano di essere saldate da mesi (e, in alcuni casi, da anni) per servizi resi al Comune.
Ritengo che, in una situazione di assoluta fragilità complessiva del sistema politico, non si possa assolvere ad una gestione della cosa pubblica affidata a consiglieri ed assessori che assumono scelte in maniera personale ed improvvisata, senza il supporto delle segreterie di partito. Oggi più che mai, c’è bisogno di ritornare alla buona politica, fatta di regole e di meccanismi democratici, in cui i problemi sono affrontati dai partiti che si sono assunti la responsabilità di governo (e che sono legittimati a farlo dal voto popolare). Nessun assessore o consigliere deve sentirsi autorizzato ad assumere scelte per “emanazione divina”, ogni consigliere e ogni assessore è “strumento” e portavoce di un partito, ogni problematica deve essere portata dentro i partiti, discussa, sviscerata e, a seguito di un dibattito tra gli organismi politici interni preposti a tale ruolo, si assumono a maggioranza delle soluzioni che il rappresentante istituzionale deve rappresentare dentro il Palazzo, in quanto portavoce di un sentire diffuso da parte del partito o movimento politico di appartenenza. Questa cosa misteriosa si chiama democrazia, si chiama buona politica. Diversamente, ognuno decide di testa propria e non si va da nessuna parte, generando liti ed incomprensioni utili a nessuno. Men che meno alla comunità che si vuole servire e rappresentare.